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L’onere di adeguamento della Pubblica Amministrazione al processo di digitalizzazione

digitalizzazione pubblica amministrazione

Altro cambiamento per cittadini e PA. Qual è l’obiettivo fondamentale perseguito dalle ultime modifiche al Codice dell’Amministrazione Digitale?

L’entrata in vigore del GDPR ha comportato grandi novità anche per la Pubblica Amministrazione. L’intento del legislatore comunitario era infatti piuttosto chiaro: ridurre lo scarto tra aziende private ed Azienda Pubblica e garantire ai cittadini un accesso al servizio pubblico il più efficiente possibile.
Tutto ciò si è tradotto nell’adozione di una serie di importanti modifiche al Codice dell’Amministrazione Digitale.


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Informatizzazione, dematerializzazione, digitalizzazione

I concetti chiave del processo di rinnovamento della Pubblica Amministrazione sono appunto informatizzazione, dematerializzazione e digitalizzazione.
Per informatizzazione si intende l’introduzione dei sistemi informatici in uno o più settori di attività, con la conseguente eliminazione delle operazioni manuali.
Si tratta di automatizzazione mediante l’utilizzo di strumenti informatici. Ed è stata proprio l’applicazione e l’evoluzione delle nuove tecnologie che ha determinato anche la nascita del concetto di e-government, inteso come l’ambito disciplinare relativo alle attività delle amministrazioni pubbliche realizzate grazie all’ausilio delle reti telematiche e della rete Internet in particolare.
Si parla invece di dematerializzazione quando si vuol fare riferimento alla trasformazione del documento cartaceo in digitale, operazione che consente costi minori ed una più agevole trasmissione e modifica del documento.
Mentre la digitalizzazione è il processo organizzativo che rende disponibili i documenti all’interno di aziende e pubbliche amministrazioni su supporti digitali e non più esclusivamente cartacei.

I diritti del cittadino

Qual è l’obiettivo fondamentale perseguito dalle ultime modifiche al Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD)?
Quello di garantire al cittadino di interagire con la Pubblica Amministrazione attraverso l’utilizzo di strumenti telematici. La realizzazione di tale obiettivo è attuata attraverso la predisposizione di strumenti e previsioni che agevolano la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.
L’art. 3 del CAD sancisce infatti che “chiunque ha il diritto di usare in modo accessibile ed efficace le soluzioni e gli strumenti di cui al presente Codice nei rapporti con i soggetti delle pubbliche amministrazioni”.
A questo proposito, sono stati messi a disposizione degli utenti gli strumenti del domicilio digitale, ossia l’indirizzo elettronico, valido  ai  fini  delle  comunicazioni  elettroniche aventi valore legale, pagamenti informatici, attuabili tramite delle apposite piattaforme tecnologiche riconosciute dallo Stato e l’identità digitale, intesa come come la “rappresentazione informatica della corrispondenza tra un utente e i suoi attributi identificativi, verificata attraverso l’insieme dei dati raccolti e registrati in forma digitale” (SPID).
 
Ad utenti e professionisti del mondo digital queste previsioni possono solo strappare un sorriso di tenerezza, ma non si può dimenticare che fino ad un decennio fa i documenti e gli atti pubblici erano esclusivamente cartacei.
Perciò l’atteggiamento più saggio da tenere, date le circostanze, è quello di usufruire il più possibile degli strumenti messi a disposizione ed incoraggiare il legislatore a seguire questa rotta, certi che nell’Olimpo Digitale il cambiamento corre veloce e magari Mercurio farà una capatina sulla Terra prima o poi.
 


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