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Mastodon, social network che vuole ricreare il Twitter delle origini

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Mastodon, social network che vuole ricreare il Twitter delle origini

Hai mai sentito parlare di Mastodon? Se ti appassionano le novità, la tecnologia e i social network, ecco un bell’argomento su cui curiosare nel fine settimana. Intanto, se non sai di cosa si tratta, ti posso dire che è una specie di clone open source “decentralizzato” di Twitter, una versione gratuita che ha avuto una crescita talmente esponenziale, tanto da interessare i maggiori blog di tecnologia statunitensi.
Invece Twitter, nonostante le strategie di rilancio, vive ancora un periodo di stallo, con un tasso di crescita non dei migliori. Tra i vari aggiornamenti, ultimamente è stato raddoppiato il numero dei caratteri, e il passaggio a 280 non è stato preso proprio bene da tutti.
Dopo aver letto di Mastodon su Product Hunt, la curiosità mi ha spinto a creare un account, anche giusto per capire come è stata percepita una piattaforma di risposta a Twitter (ce ne sono state tante altre nel tempo come App.net, da cui si dice Rochko abbia preso spunto, ma nessuna ha sbarcato il lunario), e proverò a raccontarti di cosa si tratta.

Mastodon Social Network nato come risposta a Twitter

L’idea di questo nuovo social network è del 24enne Eugen Rochko, sviluppatore di software tedesco che, stanco delle ultime novità di Twitter, le quali hanno reso la piattaforma non più libera ed indipendente secondo il suo ideale, in pochi mesi è riuscito a creare una valida alternativa: Mastodon appunto.
Il nome non è legato all’enorme animale simbolo della piattaforma (Mastodon tradotto letteralmente è mastodonte, viene raffigurato come un Mammut o un elefante), ma ad una band di cui Rochko è appassionato. Il social open source, anche se non è ancora molto conosciuto ed utilizzato, soprattutto in Italia, ha comunque dato modo di farsi notare con una crescita esponenziale in poco tempo.
Il numero di utenti di Mastodon nell’arco di un mese è passato da circa 22.000 su di un solo server in Germania, ad oltre 650.000 su quasi 1700 server in tutto il mondo, al momento della pubblicazione. Nelle 48 ore successive al lancio sul web (Aprile 2017), ha avuto una crescita del 73% e ben 41.703 utenti. Questi ultimi hanno generato talmente tanti messaggi che hanno fatto crashare il server, non capace di supportare l’afflusso massiccio di utenti.
Ad oggi gli utenti registrati sono circa 50.000, ed il fondatore ha dichiarato qualche mese dopo il lancio, di riuscire ad incassare poco più di 1.700 dollari mensili grazie alle donazioni raccolte su un sito di crowdfunding; numeri bassi rispetto ai giganti.

I brought all my friends to Twitter back in the day. I kept promoting it to everybody I knew. I really loved the service. But it continuously made decisions that I didn’t like. So in the end I decided that maybe Twitter itself is not the way to go forward.

Ma l’intento di Rochko con Mastodon non è quello di guadagnare per ora. Ma creare qualcosa di più di quello che è diventato Twitter ora: un sistema distribuito che consente di inviare messaggi pubblici a tutti coloro che seguono un profilo. Chiunque può creare un server ed ospitare la propria istanza di Mastodon. L’intento è di creare un Twitter nuovo, open source e decentralizzato, il più vicino possibile agli utenti, senza interessi politici e pubblicitari.
 

Mastodon nel mondo

Come funziona Mastodon?


 
Aprendo un account Mastodon si ha la possibilità di creare la propria piattaforma personalizzata grazie ad un sistema di API aperto (acronimo di Application Programming Interface, in italiano interfaccia di programmazione di un’applicazione. Sono l’insieme di procedure disponibili al programmatore per portare a termine un determinato compito all’interno di un programma).
Praticamente è come se ogni utente potesse creare il proprio Twitter e decidere se collegarlo con altri server Mastodon, che vengono creati ovunque in giro per il mondo “decentralizzando” la piattaforma o “federarlo“, cioè creare una connessione con altri server indipendenti che, sincronizzati tra loro, rendono la piattaforma più facile da gestire. Ogni utente è amministratore di se stesso e del suo profilo.
Ovviamente la cosa non è così facile come sembra, perché comunque servono delle capacità tecniche che non tutti possediamo. (Qui ad esempio ho trovato una guida per smanettoni, magari tra i lettori c’è qualcuno a cui piace divertirsi 🙂 ). È comunque possibile utilizzare il social normalmente.
Come puoi vedere nell’immagine sopra si tratta di un semplice feed diviso in colonne, un po’ come TweetDeck, hai presente? Nella prima troviamo l’update per scrivere i post, nella seconda colonna l’home personalizzata con gli utenti scelti. Nel terzo spazio si trovano le notifiche, mentre nell’ultimo riquadro si ha un feed pubblico, dove compaiono anche utenti che non appartengono alla rete di followers.
Quindi, diciamo che Mastodon rappresenta un ritorno all’idea del Twitter originale; un luogo dove comunicare senza interruzioni pubblicitarie e senza avere post convogliati da sistemi di Machine Learning ed Intelligenza Artificiale. Eugen Rochko vuole una piattaforma che restituisca agli iscritti quello che succede nella vita reale degli utenti nel momento esatto in cui postano, senza influenze dettate dal marketing.
È vero anche che, non essendoci algoritmi che filtrano o riorganizzano i messaggi, potrebbe esserci il pericolo di connessione solo con persone con i nostri stessi interessi e finiremmo per avere conversazioni piatte, poco inclini al confronto. Ma questo può accadere comunque in tutti gli altri social.
Si dice inoltre, abbia più controlli sulla privacy: ogni post su Mastodon può avere impostazioni di visualizzazione differenti, e si ha la possibilità di scegliere se mantenere pubblico o nascondere un messaggio a determinati followers.
Altre differenze con Twitter? Per la gioia di alcuni e l’amarezza di altri, ha più caratteri: 500 per l’esattezza; ed un animale un po’ meno leggiadro come simbolo.
Ovviamente non possiamo sapere se Mastodon sopravviverà, ed è ancora più ovvio che piattaforme centralizzate come Twitter e Facebook non cesseranno di esistere, almeno per un bel po’ di tempo. Mastodon non diventerà la soluzione per tutti. Ma è sempre bello leggere di persone che provano a cambiare ciò che non li rende soddisfatti, innovando.

Mastodon, social network che vuole ricreare il Twitter delle origini

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