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Dopo questa intervista, guarderai con occhi diversi gli Open Data e lo Sport

open data e sport

Dopo questa intervista, guarderai con occhi diversi Open Data e Sport

Oggi ti accompagno a conoscere due mondi, distanti, ma allo stesso tempo vicinissimi. Ad aiutarmi sarà una startup che ha trovato nell’unione di questi, un’idea di buiness; sto parlando di Open Data e Sport ed in questo caso uno dei due mondi è un fondamentale supporto dell’altro. La startup che ho scelto di farti conoscere, si chiama Sports Open Data.

Gli open data nello sport, una rete di dati statistici aperta

Le statistiche applicate allo sport negli ultimi anni iniziano a suscitare interesse anche in Europa oltre che negli Stati Uniti. Ma al contrario degli USA, i Big Data nelle leghe Europee sono stati sempre privati e messi in vendita, a chi ne faceva richiesta. La concezione di “Open” in quest’ambito, è molto attuale.
Oggi le cose infatti sono cambiate, ed a trasformarle è merito anche di una startup italiana, la quale ha pensato di rendere accessibili e riutilizzabili, proprio quei dati che rimanevano nell’ombra, se non ne veniva fatta richiesta.
Pensa a quanto può essere semplice, ad esempio per un giornale sportivo, dare delle informazioni sulle competizioni, con gli Open Data; dati che possono essere liberamente utilizzati e ridistribuiti da chiunque, accessibili a tutti, le cui eventuali restrizioni sono l’obbligo di citare la fonte o di mantenere la banca dati sempre aperta.

L’obiettivo è stato di rendere i dati accessibili e condivisibili a tutti: la parola a Paolo Riva, CFO di Sports Open Data

Sports Open Data

Q. Ciao Paolo, piacere di conoscerti e grazie per l’intervista. Parlaci un po’ della tua startup. Di cosa si occupa Sports Open Data e come funziona?

Paolo Riva

Paolo Riva, CFO Sports Open Data


A. Sports Open Data è un importante progetto all’interno di un interessante aggregatore di startup siciliano, Edigma. Nasce nel 2015 da esigenze comuni grazie al sottoscritto (CFO), Riccardo Quatra (CEO) e Fabio Sgroi (CTO).
Per capire le motivazioni della nascita di Sports Open Data, bisogna tornare indietro di qualche anno, quando intrapresi per una società calcistica di Serie D (il Piacenza Calcio che militava in Serie A negli anni 90), una collaborazione in qualità di osservatore. La raccolta delle informazioni, statistiche e ambientali, oltre che la loro conservazione, fin da subito mi ha costretto a pensare a dei supporti digitali.
La possibilità di condividere liberamente con altri osservatori i dati raccolti e la possibilità di gestirli, analizzarli e comprenderli ha fatto si di creare una prima, non ufficiale, rete di dati statistici aperta. Con la fine della collaborazione e l’incontro con l’esperienza lavorativa di Riccardo Quatra e le competenze tecniche di Fabio Sgroi, abbiamo potuto creare quello che, ad oggi, è probabilmente il più interessante progetto sportivo Open Data al mondo.
Con una rete di più di 2100 sviluppatori worldwide, che collaborano per rendere i nostri dati “di qualità” utilizzandoli per il loro business, siamo in grado di proporre un dato statistico disponibile entro 60 minuti dal termine del Match; oltre a risultati e classifiche, sono disponibili i singoli eventi della partita e le statistiche dei singoli giocatori.
Per poterli utilizzare basta andare sul nostro marketplace (un sito web a cui ci appoggiamo per fornire il nostro servizio) e scegliere il piano gratuito: da quel momento si può avere accesso a tutta la nostra base di dati aperta e la si può utilizzare in completa autonomia e per qualsiasi esigenza.

Q. Quali competenze chiave ci sono all’interno del team e quali soft skill?

A. Sicuramente il progetto Sports Open Data funziona perché le competenze tecniche e relazionali dei membri del team, sono eccezionali.
Uno delle caratteristiche che ci viene maggiormente invidiata è l’utilizzo di tecnologie assolutamente al top in questo momento, come i servizi API (ovvero rendere disponibili le statistiche direttamente online, tramite degli indirizzi web) e l’utilizzo di server in cloud che ci permette di gestire in maniera assolutamente dinamica il carico, durante i diversi momenti della settimana e della giornata.
Naturalmente il progetto per funzionare necessita dell’impegno da parte di tutti, e la voglia di far parte di un progetto comune è sicuramente uno degli elementi che deve essere alla base di un lavoro Open (sia esso Open source che Open Data).
Il tutto condito naturalmente dalla caratteristica forse più importante: mettersi in gioco sempre; ogni membro del team accetta ogni sfida sul suo percorso con l’obiettivo di superarla, non solo al meglio, ma con qualità, permettendo a Sports Open Data di posizionarsi così come è ora nel mondo gigantesco dell’open data.

Q. Quanto i big data e gli open data cambieranno il mondo dello sport?

A. I Big Data già stanno cambiando il mondo dello sport e noi tutti ne vediamo i benefici anche semplicemente quando guardiamo una partita in TV: mappe che mostrano il posizionamento dei giocatori in campo durante tutti i 90 minuti, distribuzione dei calci di rigore tirati da un attaccante o il numero di passaggi effettuati (con relativa precisione) del centrocampista di turno, dimostrano che i dati sono già in mezzo a noi. Informazioni che grandi carrier di dati, come Opta Sport sono in grado di fornire in tempo reale e con una potenza di calcolo praticamente istantanea.
Ma non solo, si pensi alle informazioni sul posizionamento dei calciatori durante una partita o i sensori che mostrano la qualità dei loro tiri o passaggi. Questo è un mondo che in Italia si sta iniziando a scoprire oggi, ma che in paesi come gli Stati Uniti (si pensi nel baseball o nel football americano) sono già realtà da molto tempo.
Sarà lo stesso per l’open data? Probabilmente nel presente no, ma nel prossimo futuro in cui l’internet of Things inizierà ad aggredire con più interesse il mercato dell’intelligenza artificiale, sicuramente gli Open Data potranno fare la voce grossa con la loro caratteristica duplice di apertura e condivisione.

Q. Quante squadre hanno già iniziato ad utilizzare i vostri dati?

A. Sembra strano, ma seppur anche noi pensavamo di cercare nelle squadre di calcio i nostri clienti; in realtà abbiamo scoperto che il loro interesse nell’apertura del dato è discretamente scarso.
Con un’analisi più attenta infatti ci si rende conto che è la società il creatore di quel dato, un dato dietro il quale però, vive anche la performance della società stessa: renderlo aperto significherebbe dire ai propri avversari “noi giochiamo così“.
In realtà solo una squadra utilizza i nostri dati per alcuni servizi ai propri tifosi, il Perugia Calcio. Mentre abbiamo trovato forte riscontro in quei prospetti, che fanno del dato il loro business come social network, blog e siti di scommesse.

Q. Come vedi Sports Open Data nel prossimo futuro?

Credo che il futuro di Sports Open Data non possa che definirsi in un modo: interessante.
Sicuramente l’apertura di un servizio live, che abbiamo in roadmap per la prossima stagione, ci permetterà di aggredire maggiormente il mercato, permettendoci di ampliare il nostro parco clienti.
In questi anni una cosa di certo l’abbiamo imparata tutti in Sports Open Data:

“Guardare avanti, sperimentare nuove tecnologie e imparare…. SEMPRE”


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