Marketing & Communication

Chi vuol essere influencer? L’intervento di Camilla Bellini ad IGTconf21 per scoprire l'influencer marketing

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Raccontiamo un altro talk di IGTconf21, raccontiamo di influencer marketing con Camilla Bellini. Chi vuol essere influencer? E cosa significa esserlo?

Raccontiamo un altro talk che ci è molto piaciuto nella prima giornata di IGTconf21 dedicato alla Social Conference. È quello di Camilla Bellini dal titolo “Influencer marketing: chi vuol essere influencer“. (Abbiamo già scritto qui di un altro talk che ha molto colpito la nostra Redazione.)

Dati sull’utilizzo di Internet in Italia

Nella prima parte del suo intervento, Camilla Bellini ha trattato rapidamente i dati della digitalizzazione in Italia. Dati molto attuali se pensiamo che l’emergenza sanitaria ancora in corso ha reso indispensabile “vivere” e lavorare in rete.
L’utente di oggi è un utente iperconnesso: su 50 milioni di persone, 35 milioni sono attive sui social. I dati dicono che passiamo almeno 6 ore al giorno su internet e di queste quasi 2 sui social.
Il lockdown ha fatto crescere ulteriormente queste statistiche grazie a un utilizzo di internet anche per lavoro: +70% app di FB e +1000% ore di call.
Il 77% degli italiani usa un secondo dispositivo mentre guarda la tv, con un conseguente decremento di attenzione.
Secondo le stime abbiamo una soglia di attenzione di circa 8 secondi perché nel corso degli anni siamo stati bombardati da messaggi pubblicitari che ci hanno colpito involontariamente sui media e nella vita reale.
Per questo motivo ci siamo creati una sorta di scudo che non ci fa più “notare” le pubblicità, come chi installa un AD Blocker, ad esempio.

Gli Influencer e il nostro rapporto con le aziende

Nella seconda parte del talk, Camilla Bellini ha trattato invece il rapporto degli influencer con le aziende e ha introdotto la questione dell’Influencer marketing.
Sui social cerchiamo di imitare e di seguire il comportamento di persone che reputiamo esperte di un determinato settore, per questo entrano in gioco gli influencer.
Gli utenti hanno bisogno di un’interazione umana con i brand, per questo amano che le aziende parlino direttamente con loro attraverso le varie piattaforme e che diano loro la possibilità di customizzare i prodotti.
Come funziona il processo di acquisto:

  • raccomandazioni;
  • contenuti pertinenti;
  • scambio di informazioni.

Tra chi ci dà un’opinione sui prodotti troviamo gli influencer. Quello che li accomuna è una competenza nel proprio settore perché il vero influencer è un professionista che trasporta sul digitale le proprie competenze.
L’influencer è un creatore di contenuti che esercita un’influenza su un numero più o meno ampio di persone. Sono persone “spontanee” che non tradiscono il proprio messaggio e hanno un Tone Of Voice riconoscibile in grado di veicolare i contenuti che sponsorizzano.

Influencer marketing

L’influencer marketing è un canale in cui viene data ad un influencer la possibilità di creare e veicolare contenuti rilevanti per darli al proprio pubblico.
La fiducia è la parte più importante per gli influencer e viene costruita con costanza e dedizione nel tempo grazie alla creazione di contenuti e alla cura della community.
Ciò che un influencer condivide sono contenuti utili, condivisibili e di interesse per le persone che lo seguono. Da questo è facile capire che il rapporto umano è alla base dell’Influencer marketing.
La community è la ricchezza maggiore per un influencer e bisogna alimentare il legame e cercare un confronto con i propri seguaci.

Aziende e Influencer, il doppio binario dell’Influencer marketing

Gli influencer sono dei content creator che insieme ad un’azienda creano e definisco un messaggio di marketing. L’azienda deve lasciare libero il tono di voce dell’influencer perché questo si rivolge alla una community che già lo conosce e lo segue. Cambiare questo tono di voce potrebbe far perdere la presa sull’utenza.
Le due parti chiamate in causa devono lavorare a quattro mani per cercare un tone of voice comune che deve rispecchiare sia l’influencer che l’azienda.
Chiaramente anche il brand deve lavorare a dei contenuti e avere una base solida che, solo in seguito, potrà essere rafforzata dal lavoro dell’influencer. Stiamo parlando di un professionista che deve essere scelto non solo per il nome e per il seguito, ma anche per l’influenza sulla community e per le affinità che ha creato.
Un brand non si può aspettare che l’influencer faccia tutto il lavoro, se un marchio manca di credibilità nessuno, nemmeno la persona più famosa del mondo, potrà fare nulla.

Tipologie di influencer

Camilla Bellini ha poi introdotto i vari tipi di influencer e perché c’è bisogno di coinvolgerli per un progetto di marketing che voglia avere dalla propria una figura di “spicco” in rete.

  • Vip influencer: sono persone già famose che sbarcano sui social e trovano su queste piattaforme un ulteriore contesto in cui fare pubblicità.
  • Pop influencer: persone normali che avviano un’attività e iniziano a raccontare la loro vita e le loro passioni. Attorno a loro si crea una community affiatata che segue i contenuti pubblicati.
  • Digital Creator: sono persone giovani che sbarcano sui social iniziando a creare contenuti come attività parallela allo studio.
  • Employee Advocacy: un caso particolare è quando un’azienda decide di formare i propri impiegati per poter creare contenuti riguardanti l’azienda stessa in maniera spontanea.
  • Brand Journalist: giornalisti che si affiancano a un’azienda e ne diventano la voce narrante.
  • Brand Ambassador e Testimonial: i primi sono persone che sposano un’azienda per un periodo di tempo e ne diventano il volto principale per i vari eventi. I Testimonial, invece, sono figure che si legano a un’azienda per un contratto monetario senza sposare l’azienda, i suoi contenuti e il suo Tone Of Voice.
  • Rigenerazione influencer: tutte le persone che hanno un’età che non sembra in linea coi social ma che grazie alla loro spontaneità sono comunque in grado di fare i numeri e mettersi in gioco sui social.

Perché coinvolgere un influencer

  • perché è un content creator e sa già come veicolare i contenuti al pubblico;
  • per acquisire nuove quote di mercato;
  • migliorare il proprio posizionamento;
  • raggiungere nuove KPI;
  • 2 italiani su 3 acquistano quello che un influencer ha consigliato;
  • ottenere dati da sfruttare in un’ottica data driven strategy.

Per chi è ancora scettico riguardo l’Influencer marketing, dal 2015 al 2020 questo mercato ha raggiunto un valore di 10 miliardi di dollari.


Per saperne di più sull’argomento segui la Video Spremuta con Matteo Pogliani, founder dell’Osservatorio nazionale di Influencer marketing.

Chi vuol essere influencer? L’intervento di Camilla Bellini ad IGTconf21 per scoprire l'influencer marketing

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