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Perché non raccogliere fondi con il debt crowdfunding?

raccogliere fondi con il debt crowdfunding

Perché non raccogliere fondi con il debt crowdfunding?

Come è ormai risaputo, nel mondo del business non bastano solo le buone idee per avviare un progetto, ma servono anche i soldi. Ci sono ad oggi varie modalità per acquisire capitali, tra cui la raccolta fondi con il crowdfunding.
Il crowdfunding è oggi tra le forme più diffuse di finanziamento ed anche la migliore in termini di efficacia perché parte dal basso, dalle persone, e le rende partecipi grazie al versamento online di micro-finanziamenti in progetti di interesse.
L’Italia inoltre, è stato il primo Paese in Europa ad avere una regolamentazione sull’equity crowdfunding relativa alle startup innovative, il “Decreto Crescita bis”.
Ne citiamo alcune, le differenze l’una dall’altra risiedono in differenti modalità di raccolta:
  • Equity – based: Il modello più utilizzato ad oggi dalle startup in Italia. Chi investe non riceve solo una ricompensa, ma diventa socio dell’azienda acquisendone delle quote
  • Reward – based: crowdfunding utilizzato dalla piattaforma Kickstarter. Gli ideatori del progetto da finanziare offrono una ricompensa, appunto reward, a chi li finanzia. Spesso in questi casi ad essere finanziate sono aziende produttrici di oggetti fisici che come reward danno proprio il prodotto finanziato.
  • Donation – based: modello di crowdfunding tipico delle organizzazioni no profit e onlus, una delle forme più tradizionali. Ricercano donatori che supportino le imprese benefiche senza avere ricompense in cambio.
Esiste poi un altro modello di crowdfunding, ancora poco conosciuto, ma che sta causando una “rivoluzione globale” nel settore bancario: è il fenomeno del debt crowdfunding, una delle forme di crowdfunding che raccoglie i fondi necessari per il proprio business sotto forma di prestito.
Non ancora molto diffuso, ad oggi rappresenta però un grosso potenziale per gli investitori. Attraverso questo strumento dei risparmiatori stanno diventando istituti di credito di piccole dimensioni a tutti gli effetti.

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La rivoluzione del debt crowdfunding

Nemmeno la rivoluzione dei derivati o la crisi economica hanno avuto il potere così forte di cambiare l’industria finanziaria, perché a dispetto di se stessa, ha conservato il vecchio ruolo di intermediario tra investitori e consumatori; è stato cosi per un lungo periodo di tempo e la cosa è rimasta tale anche dopo le varie crisi.
Il debt crowdfunding basa la raccolta di fondi necessari ad un business sul prestito che non viene chiesto ad una banca, ma a persone. Quando poi la cifra stabilita viene raggiunta ed il progetto avviato, il prestito deve essere estinto, rendendo indietro il denaro prestato.
Praticamente invece di avere un macro debito con una banca, ci saranno tanti micro-debiti da restituire a delle persone, tante quante hanno aderito alla campagna di debt crowdfunding e quindi ti hanno prestato dei soldi per il progetto.
Per inciso, la storia di Rhydian Lewis, CEO and founder di RateSetter, può aiutare a capire di cosa stiamo parlando.
Laureatosi a 25 anni presso la Bristol University con una specializzazione in lingue moderne, ha lavorato per un servizio di scommesse chiamato Betfair. La stessa società che permise ai suoi clienti di scommettere direttamente su altri giocatori; una funzionalità del tutto nuova per qualsiasi azienda di gioco esistente all’epoca, rivelatasi anche molto fruttuosa per i giocatori stessi (e non solo) perché questi ultimi erano in grado di fissare le proprie condizioni di prezzo, in accordo con i loro pari.
Questo meccanismo ha innescato un’idea nella mente di Rhydian: e se i creditori fossero stati autorizzati a dare denaro ad altri direttamente, senza avere l’intervento delle istituzioni finanziarie, proprio come i suoi giocatori facevano alla Betfair?
I creditori avrebbero ottenuto così dei prezzi e delle condizioni molto migliori rispetto a quelle offerte dai normali istituti di credito.
Fu cosi che Rhydian istituì RateSetter nel 2009, azienda che passò da 2 milioni di sterline di prestito a più di 3 miliardi al giorno d’oggi, secondo il loro sito istituzionale.
L’azienda è diventata uno dei principali attori nel mercato del debt crowdfunding assieme a Zopa e Funding Circle. Zopa e Ratesetter si sono specializzate in credito al consumo, mentre la Funding Circle in prestiti alle imprese.
I vantaggi per i creditori di debt crowdfunding? Ratesetter dà ai suoi investitori un tasso di 4.6% ad un anno e di 8% in tre anni (annuo con pagamenti mensili). I titoli dello Stato pagano molto di meno, come saprete.
Al 2 Maggio 2017, c’erano 715 milioni di sterline di prestiti erogati, il 69% di cui ad individui.

E la protezione assicurativa dal rischio di credito?

Le piattaforme di crowdfunding non offrono tale assicurazione, ma sia Zopa che RateSetter mettono da parte fondi fornitura ed hanno un tasso di default molto basso (0,28%). Inoltre, i fondi ottenuti dagli investitori non sono mai investiti su di un unico cliente.
Allora perché qualcuno non dovrebbe voler prendere in prestito denaro a queste condizioni e usufruire del debt crowdfunding? La piattaforma opera online (facilmente disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7) con bassi costi generali e poi, i prestiti possono essere resi disponibili immediatamente senza più problemi burocratici. Inoltre, alcuni prestiti al consumo tendono ad essere più costosi di quelli di debt crowdfunding.
In conclusione, siamo destinati a vedere grandi cambiamenti nel modo in cui il retail banking opera… a partire da ieri.

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