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Digital Agility: la chiave per il successo che verrà

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Digital Agility: la chiave per il successo che verrà - Spremute Digitali

Chi di noi non ha sentito parlare, soprattutto spulciando i meandri della rete, di digital agility? Che cosa si vuole intendere precisamente? La digital agility non è un concetto nuovo e astruso, ma un’abilità che fa parte della cultura, del contesto e dell’organizzazione aziendale.
Se proprio si volesse dare una definizione (cosa a mio avviso poco standardizzabile):

la digital agility è la capacità di un’organizzazione di muoversi in maniera disinvolta ed efficace nelle nuove frontiere digitali, integrandosi con quelli che sono i nuovi strumenti tecnologici alla base degli attuali e futuri metodi di comunicazione, commercializzazione e produzione.

Così come la robotica e l’intelligenza artificiale, stanno ridisegnando totalmente i metodi ed i modelli alla base della produzione industriale, anche internet e tutti i nuovi strumenti digitali, stanno trasformando radicalmente i modi di comunicare e di interfacciarsi (e perché no, anche di pubblicizzarsi), rappresentando la più grande sfida ed il più grande scenario competitivo di ogni tipo di azienda.

Come sopravvivere in questa jungla tecnologica?

La funzione IT dovrà essere ripensata per riprogettare in maniera profonda tutti i processi organizzativi, ed intervenire su tutte le competenze ed i ruoli delle persone. La mentalità degli stakeholder dovrà allora subire un radicale cambiamento.
Nell’era digitale l’IT deve avere una visione talmente profonda del business e del settore di riferimento dell’azienda, da poter integrare delle proposte adatte (“progetti agili”) non solo al miglioramento continuo, ma soprattutto alla competitività nel mercato di riferimento.
Volendo essere schematici, un progetto di approfondimento e miglioramento della digital agility di un’azienda dovrebbe basarsi sui seguenti punti:

  • Mobilità e connettività: capacità di essere e rimanere “connessi” in maniera capillare in tutta la rete, e di raggiungere agilmente quanti più soggetti possibili;
  • Progettazione di nuovi strumenti digitali;
  • Cloud computing per archiviazione e gestione dei dati;
  • Housing apposito per gli utenti chiave e per i clienti;
  • Nuovi progetti di interfaccia;
  • Nuovo mindset di tutta l’organizzazione (non solo dell’IT).

Non si può pensare di competere senza appoggiarsi ad internet o concepire una potenziale App che possa raggiungere nuovi clienti. Senza avere un progetto efficiente di trasmissione e gestione dei dati all’interno della rete, o un’interfaccia dinamica per tutti coloro che vorranno raggiungere l’azienda.
Non solo l’IT (che rimane il motore della digital agility), ma tutta l’organizzazione dovrà avere un mindset agile e fluido, aperto al cambiamento e capace di saper competere con scenari dinamici ed in continua evoluzione.
Tra i settori più all’avanguardia verso la Digital Transformation, troviamo l’Healthcare che ha accettato la sfida grazie ad una innovazione sempre più spinta e volta ad ideare nuovi modelli di business, prima inimmaginabili.


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Tra le aziende di spicco troviamo i casi di Sanofi e di Philips

Proprio in una recente intervista de Il Sole24ore, in merito alla rinnovata politica di marketing e di attenzione alla Customer experince, Blake Cahill, Global Head of Digital Marketing & Media di Royal Philips, ha parlato di una profonda trasformazione digitale di Philips che ha coinvolto tutti i dipendenti in un grande progetto. Una missione che ha tenuto conto del cliente come destinatario principale, e di uno scenario digitale in continua evoluzione.
Attraverso un lavoro mirato sulla trasformation, su strumenti quali chat, instant messaging, realtà virtuale e intelligenza artificiale, si è mirato a creare un nuovo mindset atto a cambiare tutte le piattaforme, i comportamenti ed i rapporti tra azienda e cliente.
Il cliente è l’aspetto più importante: ha bisogno di risposte sempre più veloci ed efficaci.  L’Healthcare è un business di centinaia di miliardi di euro, e richiede innovazione ed evoluzione in tutti i sistemi governativi e privati a livello globale.
Le popolazioni che invecchiano, la gestione del personal health, le pressioni dei costi sui sistemi ospedalieri in aggiunta alle nuove tecnologie, richiedono un nuovo modo di effettuare e amministrare le cure, di calcolare i costi e di adottare nuovi modelli di business. Si sta lavorando alla digitalizzazione di tutti i prodotti e servizi dell’azienda.
Il caso di Philips è emblematico e rappresenta solo una delle tante trasformazioni in atto per le aziende di tutti i settori.
Nessun dubbio quindi sul fatto che l’agilità digitale è una soft-skill che da un momento all’altro potrà diventare un’abilità di base per la mera presenza sul mercato.


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Digital Agility: la chiave per il successo che verrà

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