Corporate Innovation

Contratti di rete: consigli per l'uso

cosa sono contratti di rete

Si parla spesso di Reti di Impresa e dalla loro introduzione nel nostro ordinamento con la legge L. 9 aprile 2009, n. 33, si contano ad oggi circa 3.200 contratti di rete.


Il contratto di rete è uno strumento giuridico indirizzato a tutti quegli imprenditori che hanno come obiettivo la volontà di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la competitività sul mercato, mantenendo comunque una propria indipendenza, autonomia e specialità.


 
Ma a fronte di tale (apparente) successo e diffusione dello strumento in questione, che benefici ha portato alle imprese l’utilizzo di questa nuova forma di aggregazione?

Qualche dato sulle reti

Partiamo dalla definizione giuridica:
Con il contratto di rete due o più imprese si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali, allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato (art. 3, co. 4 ter, D.L. 10 febbraio 2009, n. 5, convertito con L. 9 aprile 2009, n. 33).
Quindi la rete è uno strumento per:

  1. Condividere conoscenze;
  2. Accrescere lo scambio di informazioni e la capacità di innovazione tra le imprese.

Apparentemente, il contratto di rete è uno strumento utile: le piccole e medie imprese uniscono le forze per poter avere successo in mercati sempre più innovativi. Inoltre lo Stato ne ha incentivato l’uso, concedendo finanziamenti, incentivi fiscali etc.

Le reti funzionano davvero?

Nella realtà, se si eccettuano le Reti per l’Export, dove tendenzialmente non c’è competizione tra i partecipanti, in molti casi i contratti di rete funzionano poco o male perché presuppongono:

  • Governance condivisa (meglio ancora un manager di rete esterno alle imprese partecipanti al contratto) – mentre nella realtà ogni impresa cede con fatica anche solo una parte del potere decisionale;
  • Spirito di condivisione Mentre normalmente le PMI sono molto gelose del proprio know how;
  • Strutture organizzative evolute  Mentre le PMI hanno spesso strutture molto semplici ed elementari.

E i suddetti requisiti si rinvengono difficilmente nelle PMI (e non solo). Quindi il risultato è che molte reti restano sulla carta e non funzionano nella realtà.

Qualche consiglio da tenere a mente

Allora il contratto di rete è uno strumento poco utile?
No, affatto. Ma deve essere utilizzato nel modo giusto. Per rendere efficace la partecipazione ad una rete di imprese occorre:

  • Un progetto chiaro e condiviso, di medio-lungo periodo, che presuppone competenze in parte presenti nel gruppo (ma suddivise tra più imprese), in parte da sviluppare insieme;
  • Una governance ben definita e l’apporto di manager esterno che gode delle fiducia di tutte le imprese, che abbia esperienza nella gestione di progetti complessi e che sia in grado di gestire situazioni di potenziale conflitto;
  • Regole chiare che concernono l’eventuale proprietà/controllo/gestione dei risultati attesi dalla collaborazione.

Affinché il progetto funzioni, tuttavia, è necessario che le imprese abbiamo un certo spirito di collaborazione (che favorisce la condivisione delle informazioni), una cultura di impresa molto forte e tendenzialmente un’organizzazione aperta all’innovazione.

Quindi cosa sono i contratti di rete?

I vantaggi in sintesi:

  1. Le reti sono strumenti agili, che stimolano l’innovazione e favoriscono la cooperazione virtuosa tra le imprese.
  2. Esse consentono di agire come gruppi più grandi, mantenendo la snellezza e l’autonomia della piccola impresa.
  3. Inoltre rendono più rapido e più economico per la singola azienda, il trasferimento dell’innovazione dal laboratorio al mercato.

Contratti di rete: consigli per l'uso

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