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E-learning: l’evoluzione post pandemia

Dalle origini al Metaverso, come è cambiato e cosa diventerà l’e-learning post pandemia? Parliamo di didattica a distanza: tascabile, veloce, per tutti.

e-learning

Parliamo di e-learning. Alzi la mano chi, negli ultimi due anni, non ha seguito un corso on-line, visto un tutorial per il lievito, aiutato i figli con la DAD! Come previsto, pochissime mani sventolano sul nostro orizzonte immaginario, e sapete perché? 

Perché se c’è un co-protagonista del virus in questa lunga pandemia, questo è sicuramente l’e-learning. 

Ora che finalmente ci stiamo lasciando questo periodo difficile alle spalle, vediamo insieme cosa c’è nel futuro dell’e-learning post pandemia.

Cos’è l’e-learning

Prima di scoprire quali direzioni prenderà l’e-learning post pandemia potrebbe essere utile capire come siamo arrivati fin qui. Cos’è di preciso l’e-learning, e qual è la sua storia? 

Con questa espressione intendiamo tutti quei percorsi formativi mediati dalla tecnologia. In italiano la definiamo FAD, cioè formazione a distanza. Rientrano in questa categoria quindi le varie DAD, didattica a distanza, e DID, didattica digitale integrata, che tanto hanno fatto penare migliaia di insegnanti e studenti (e le loro famiglie) negli ultimi due anni. 

Ma anche i corsi di laurea on-line, i forum, i webinar, e così via, includendo tutto ciò che è formazione non frontale e non in presenza. Ma come si è arrivati all’e-learning moderno?

La storia della formazione a distanza

Se è vero che il boom della formazione a distanza è coinciso con la diffusione della connessione a Internet di buona parte delle case del mondo, è sbagliato pensare che anche la sua nascita coincida con la diffusione di questa tecnologia. 

In realtà, infatti, è vero che proprio grazie al web gran parte della popolazione mondiale ha accesso a una qualche forma di FAD, ma le sue origini hanno radici lontane.

Se è molto probabile che l’e-learning post pandemia conquisterà perfino il Metaverso, ripercorrendo le tappe della sua evoluzione arriviamo nientemeno che alla prima metà del ‘800. 

Il primo esempio di formazione a distanza, infatti, lo dobbiamo a Isaac Pitman, che in Gran Bretagna, nel 1837, tiene il primo corso di stenografia per corrispondenza. Verso la fine del secolo, la Chicago University attiva i primi corsi universitari con la stessa formula, dando vita alla prima università a distanza. 

Con l’arrivo della radio anche l’e-learning fa un passo avanti, e già negli anni ‘20 del ‘900 ben tre università americane avviano dei corsi via radio.

È però sicuramente la televisione a segnare un punto di svolta epocale per la formazione a distanza. La possibilità di integrare video ai corsi audio apre frontiere fin lì inesplorate e permette di esprimere un potenziale fino a quel momento precluso. 

Nel 1963, comprendendo le possibilità e il bacino di utenza possibile, negli USA viene fondato l’ITFS (Istructional Television Fixed Service), per riservare alcune frequenze di trasmissione a tutti gli istituti interessati a tenere corsi via TV.

Nel secolo principe della rivoluzione tecnologica arriviamo al WEB, e niente sarà più come prima, anche nel settore formazione. 

Nel 1982, il National University Teleconferencing Network invia informazioni a 40 università via satellite e, nell’ormai lontano 1984, il New Jersey Institute of Technology istituisce il primo corso di laurea on-line. 

È proprio con l’avvento e la capillarizzazione delle connessioni web che la formazione a distanza diventa quel fenomeno moderno che conosciamo oggi. 

Gli anni ‘90 e il Computer Based Training

Verso la fine degli anni novanta, nel ‘97, viene fondata in California la prima università interamente virtuale e, sempre nello stesso anno, vedono la luce il CSM, Course Management System, e il LSM, Learning Management System

Il primo consentiva inizialmente di svolgere test valutativi online e di costruire percorsi formativi personali per ogni utente. A oggi invece, i gestionali dei corsi, permettono moltissime funzioni diverse e semplificano di molto la creazione e il mantenimento dei corsi online.

Il secondo definisce definitivamente il web come protagonista dell’apprendimento a distanza. 

L’ultimo decennio che ci accompagna verso il nuovo millennio è centrale per il Computer Based Training ovvero la formazione fondata sull’uso del computer. Questo anche grazie allo sviluppo e alla diffusione di floppy disk prima e CD-Rom dopo. 

Negli anni ‘90, infatti, non era così insolito che studenti in tutto il mondo e in ogni ordine svolgessero, ad esempio, ricerche o corsi di inglese usando il proprio computer e uno tra quei supporti. 

Arriva, infine, il nuovo millennio e con esso, complice anche una evoluzione tecnologica e digitale super accelerata, arriviamo anche all’e-learning come lo conosciamo oggi.

Nell’ultimo ventennio, infatti, hanno visto la luce e sono cresciute in modo esponenziale tutte le formule di formazione a distanza che conosciamo oggi. Piattaforme sempre più evolute che offrono i corsi più disparati, webinar, gestionali per la formazione, università.

I vantaggi dell’e-learning

Abbiamo detto che con il termine e-learning si intende tutto ciò che è didattica mediata dalla tecnologia, dall’attività scolastica “ordinaria” come abbiamo visto in pandemia, fino a corsi universitari, formazione aziendale, ecc. 

Ma se l’uso di tali strumenti si è reso indispensabile nell’ultimo biennio, l’e-learning post pandemia sarà ancora così utile? I vantaggi dell’istruzione a distanza sono davvero tali? 

Salvo rare eccezioni, come la DAD o i corsi live, uno dei principali vantaggi per chi sceglie di formarsi in modalità e-learning è senza dubbio l’assenza di vincoli di orario e presenza

Questa caratteristica rende determinati percorsi formativi il top, soprattutto agli occhi di utenti lavoratori. A maggior ragione dopo le limitazioni dovute ai lockdown e alle restrizioni, l’autonomia di gestione del proprio tempo è una caratteristica imprescindibile in ottica futura.

Da un lato perché la pandemia ci ha restituito la voglia di essere padroni del nostro tempo. Dall’altro perché in questo modo, ogni utente, potrà dedicarsi allo studio secondo i propri ritmi.  

Stessa autonomia vale anche per la gestione del materiale formativo. Una delle note che caratterizzano l’e-learning è la possibilità, infatti, di avere accesso al materiale di studio in qualsiasi momento. 

Le tempistiche poi tornano centrali anche per quanto riguarda la valutazione, che può essere perfino in tempo reale. In questo modo i docenti hanno sempre il polso della situazione e possono intervenire prontamente nel colmare le lacune.

Un fattore importante, sia per i privati che per le aziende è poi senza alcun dubbio, la riduzione dei costi, che vedono un vantaggio economico sotto diversi aspetti. I materiali digitali costano meno dei cartacei, sono facilmente scalabili, aggiornabili, e possono raggiungere agilmente gli studenti ovunque si trovino. 

I docenti non hanno la necessità di aule o trasferte, e il personale non docente è ridotto all’osso. Nel caso della formazione aziendale, ad esempio, si riducono anche tutti i costi di viaggio e alloggio per raggiungere la sede dei corsi.

Il risparmio economico è davvero notevole, senza perdere in qualità. Lo stesso vale per master e corsi di laurea. La FAD rende accessibili percorsi di alto livello senza la necessità di trasferirsi. 

Ultima, ma non per importanza, è la possibilità di personalizzare il proprio percorso formativo in modo che sia unico e cucito su misura. La proposta formativa è talmente ampia, come programmi, formule, metodi e fasce di prezzo, che davvero chiunque può formarsi e migliorarsi, che sia per piacere o per necessità. 

Inoltre, l’e-learning offre percorsi costantemente rimodulabili e che possono essere aggiornati man mano senza dover modificare l’intero corso. In questo modo, la formazione offerta sarà sempre ottimizzata e al passo con i tempi. 

L’e-learning post pandemia

Diciamolo pure, i due anni clou della pandemia Covid-19 non sono stati facili per nessuno. Ognuno di noi – chi più, chi meno – è stato costretto a fare i conti con se stesso. 

Allo stesso tempo però, per molti, è stato un periodo di riscoperta e rinascita in cui, finalmente, abbiamo avuto la possibilità di dedicarci ad altro, di approfondire passioni accantonate da tempo. 

Moltissime sono le persone, nel mondo, che hanno approfittato di questo lungo stop per riprendere a studiare, formarsi, specializzarsi. E se questo è stato possibile è proprio grazie alle infinite possibilità che la tecnologia ci mette a disposizione. 

Certo i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado avrebbero molto da ridire in proposito, e così gli insegnanti, perché costretti ad adeguarsi a un metodo di lavoro per il quale probabilmente non erano formati. Ma nel bene e nel male anche la scuola è andata avanti. 

E ora che direzione prenderà l’e-learning? Di sicuro questa imopennata delle iscrizioni alle più svariate piattaforme ha portato il sistema verso una concezione sempre più student centered.

Contemporaneamente a ciò, prima per necessità di studiare cose diverse ognuno in un piccolo spazio casalingo e poi per la voglia e la necessità di tornare a vivere il mondo nella sua interezza, l’e-learning deve diventare sempre più Mobile Learning

Fruibile quindi dai dispositivi più piccoli, come smartphone e tablet, relegando il PC a un ruolo sempre più marginale.

3 requisiti dell’e-learning post pandemia

Sono moltissime le strade che la FAD potrà percorrere, ma ci sono caratteristiche da cui difficilmente potrà prescindere. Questi sono i nostri tre must-have: Micro, Social e Informal Learning. 

  1. Micro, ovvero educazione in pillole. Il mondo va veloce, e anche la didattica sembra volersi adattare, forse più per necessità che per volontà. Ecco, quindi, che anche le lezioni diventano micro: video brevi, nozioni che diventano quasi aforismi. Nel ciclo della storia dove tutto torna, ecco un ritorno al Bignami
  2. Social, ovvero una didattica fluida. Uno scambio continuo tra insegnante e utenti, dove si abbandona l’aula, reale o virtuale che sia, e anche i ruoli non sono più definiti. A turno si è l’uno o l’altro, condividendo conoscenze, esperienze e competenze. È ampiamente dimostrato che questo tipo di formazione dà buonissimi risultati in termini di velocità ed efficacia. 
  3. Informal, ovvero fuori dalla rigidità della didattica frontale, in classe, che vede il docente in cattedra. Già il web aveva accorciato le distanze ponendo tutti su uno stesso piano, almeno visivo. L’e-learning post pandemia punta a destrutturare ancor di più certe rigidità, andando verso ambienti formativi informali, interattivi, moderni, per una didattica in cui lo studente è lasciato libero, anzi incentivato a esprimersi, a confrontarsi, a sentirsi centrale nell’apprendimento. Il docente che impartisce nozioni dall’alto della cattedra, per fortuna, sarà sempre più un ricordo lontano. 

E-learning post pandemia, un’opportunità globale

Siamo alla fine di questo lungo excursus sulla didattica 3.0 e, siccome l’appetito vien mangiando, sono certo che non finirà qui. Ci sono molti mondi ancora da esplorare, fra cui Meta e una probabile evoluzione dell’e-learning verso lo spazio virtuale.

E-learning: l’evoluzione post pandemia

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