Startup & Entrepreneurship

5 ragioni dietro il fallimento di una campagna di crowdfunding

fallimento di una campagna di crowdfunding

Il 2019 è l’anno delle startup e delle PMI innovative italiane: le campagne di finanziamento sono sempre più efficienti e importanti, il numero di investitori cresce e i legislatori italiani contribuiscono ad agevolare il mercato.
Però, nonostante ci siano un contesto normativo e fiscale favorevole, un grande potenziale in termini di talenti, know-how e vivacità del mercato, si registrano una bassa velocità di crescita e poche Scaleup (Quaderno 177 Aiaf, www.aiaf.it).
Forse, startup o PMI che siano, dovrebbero imparare a sfruttare meglio gli strumenti che hanno a disposizione per comunicare l’alto valore tecnologico che le contraddistingue. Oppure evitare degli errori strategici che sono solitamente la causa di non accessibilità ai finanziamenti.

Quali sono le ragioni dietro al fallimento di una campagna di crowdfunding?

Un’idea innovativa e la grinta per metterla in atto non bastano ad assicurare crescita e successo ad una startup o ad una PMI. Trovare investitori è possibile, ma prima bisogna essere in grado di scegliere i partner più adatti alla propria idea di business ed evitare di fare passi falsi.
Secondo Tommaso Baldissera Pacchetti, CEO di CrowdFundMe:
Una campagna di crowdfunding è tutto fuorché semplice, richiede un grande lavoro ed è importante arrivare preparati. Soprattutto, è fondamentale evitare situazioni che renderebbero impossibile il raggiungimento dell’obiettivo finanziario”.
Vediamo quali sono queste situazioni e per quali ragioni una campagna di crowdfunding potrebbe fallire, ma anche quali possibili strategie mettere in atto per arrivare dritti all’obiettivo.

1. Il focus è comunicato in maniera errata

Il CEO di una startup, soprattutto nel caso di prodotti veramente innovativi, può essere tentato di raccontare la propria idea affidandosi a descrizioni approfondite e a tecnicismi.
Invece la cosa più importante è riuscire a convincere in tipo tre minuti il potenziale finanziatore della bontà del progetto, e quindi della sua redditività.
La soluzione è la corretta redazione del business plan. Nelle schede di presentazione per la campagna è importante che il progetto sia ben definito, ed è importante che venga raccontato in maniera chiara e sintetica il meglio dell’imprenditore, dell’idea di business e della sua execution.

2. Ci si concentra solamente sui numeri

Chi investe in una startup lo fa con la testa e con l’aiuto di dati ed analisi (sicuramente hai già sentito parlare del metodo Lean Startup), ma anche l’empatia e l’intuizione giocano il loro ruolo nella scelta.
Chi può raccogliere fondi solitamente è una società già costituita, ma ancora troppo giovane. Quindi le informazioni necessarie a comunicare credibilità non possono essere rappresentate esclusivamente dai dati contabili, come il fatturato.
La soluzione sta nel valorizzare elementi differenti, quelli che sono veramente il valore aggiunto del progetto. Possono essere ad esempio brevetti tecnologici avanzati, partnership con imprenditori con un nome ed un ruolo importante nel settore, un fondo venture o investitori professionali che abbiano già creduto nella business idea.


Leggi anche 4 campagne di crowdfunding di maggior successo in Italia + 1


3. Il timore della selezione

Secondo i recenti dati delle campagne di equity crowdfunding in Italia pubblicati dall’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, l’apprezzamento teorico del valore dei titoli sottoscritti dagli investitori segna un valore pari a 110.
Questo significa che il portafoglio medio si è rivalutato del 10%.
Essere accettati e supportati da una piattaforma di crowdfunding selettiva apre, molto spesso, alla possibilità di raccogliere fondi maggiori.

4. Dimenticare quanto è importante fare pubblicità

Una campagna di crowdfunding non serve solo a raccogliere fondi. Il martello mediatico che l’accompagna è una preziosa occasione per farsi conoscere, accrescendo la propria credibilità agli occhi di piccoli e medi investitori.
Arrivare alla campagna impreparati e non essere in grado di accogliere le richieste dei giornalisti, può rappresentare un grave errore.
È necessario preparare del materiale informativo che racconti la startup a disposizione: i profili di tutti i founder accompagnati da foto professionali delle figure chiave, le informazioni sulla storia della startup prima ancora della sua fondazione, a partire dalla nascita della business idea.

5. Puntare ad un obiettivo finanziario troppo ambizioso

Nel momento in cui si progetta una campagna di crowdfunding, è bene commisurarla allo stadio di sviluppo della società e prevedere che se ne potrà fare una seconda in tempi brevi, quando il modello di business sarà stato validato.
Saranno gli stessi risultati positivi ottenuti dopo la prima campagna a dimostrare il potenziale del mercato di riferimento, l’apprezzamento del prodotto o del servizio da parte del target, la validità del team che lavora nella startup e la sua capacità di realizzare l’execution.
Quindi nel momento in cui si fissa l’obiettivo finanziario, questo dovrà essere commisurato alle reali potenzialità della startup. Dovrà essere specifico che non lascia spazio ad ambiguità, raggiungibile, misurabile, rilevante (coerente con la mission aziendale) e ben definito nel tempo (SMART).
Prossimamente vedremo come grandi campagne e raccolte milionarie non sono sempre garanzia di successo.
Ti ricordi il Coolest Cooler, la borsa frigo portatile che integrava frullatore, speaker audio e una presa USB? Ecco, questo è l’esempio di quello che possiamo definire fallimento di una campagna di crowdfunding.
Ne vedremo altri al prossimo articolo. Continua a leggere gli approfondimenti in ambito startup!


Leggi anche Equity crowdfunding: a che punto siamo? oppure scopri il framework per condurre l’innovazione in azienda.


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