Corporate Innovation

L’era dell’HR Designer: come disegnare processi in linea con lo scenario nuovo e imprevedibile

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Quali sono le competenze necessarie ad un HR Designer? La funzione HR è cruciale per garantire un talento omogeneo all'interno del team.

Valerio Lalli

Pubblicato: 9 Marzo 2021

Siamo giunti al quarto appuntamento con le Digital Awareness Breakfast firmate ELIS e Digital Attitude, promosse da Repubblica Digitale. L’obiettivo di queste colazioni ispirazionali e consapevoli è quello di riflettere sulle principali sfide portate dalla Digital Transformation e che in qualche modo impattano sulle organizzazioni, con delle round tables interattive che coinvolgono vari professionisti provenienti da diverse aziende. Il mondo del lavoro è in piena fase di trasformazione, va ridisegnato e ripensato. Allo stesso modo vanno riprogettate tutte le politiche di people management/engagement. Ed è in quest’ottica che diventa fondamentale la figura professionale dell’HR Designer tema su cui si è incentrata questa ultima Inspring Breakfast.

L’ultimo incontro moderato da Gianluca Sabatini, Head of Management Education & Operative Marketing e Valentina Marini, Competence Leader Digital HR Innovation entrambi di ELIS, ha avuto come ospiti: Francesco Pozzobon (Chief Innovation Officer, Changemaker, Head of Sales & Marketing – Digital Attitude), Massimo Roj (CEO & Founder – Progetto CMR), Giovanni de Niederhäusern (Senior Vice President Architecture – Pininfarina S.p.A.) e Livio Livi (Direttore Risorse Umane e Relazioni Esterne – Q8).

Quali sono le competenze necessarie ad un HR Designer?

È stata la domanda da cui sono iniziati i vari interventi.

De Niederhäusern spiega che la funzione HR è cruciale per garantire un talento omogeneo all’interno del team. Meglio un team piccolo di grande talento, piuttosto che grande ma mediocre. Serve la luce negli occhi, persone che sappiano entusiasmare e comunicare. La performance e il successo sono contagiosi, per questo la motivazione e l’attitudine positiva sono fondamentali. Un altro punto importante è la valorizzazione del singolo, specie per quanto riguarda le nuove generazioni: i ragazzi hanno bisogno di un percorso di crescita che generi un impatto, conclude il Senior VP di Pininfarina.

Livio Livi di Q8 parla invece di transizione tecnologica e modifica dei valori, sottolineando come anche le stesse persone stiano cambiando all’interno delle aziende al pari passo della tecnologia. L’obiettivo è far collimare insieme la cultura umanistica (da sempre preponderante nelle aziende) con quella tecnologica, ma per farlo, continua Livi, è necessario aggiornare le nostre competenze.

People Management e tecnologia, come integrarle per affrontare le sfide del futuro

Il confronto con i professionisti si è poi spostato proprio sul tema human-digital. Secondo il Direttore HR di Q8, occorre sviluppare progetti integrati di cooperazione tra le divisioni IT e HR per avere diversi punti di vista e sviluppare programmi mirati di cultura digitale che De Niederhäusern sintetizza con i concetti di semplicità e accesso al dato.

Il primo, grazie al lavoro congiunto tra le divisioni IT e HR permette di adottare un punto di vista di lavoro diverso non più focalizzato sull’utente quanto sulla qualità dei processi. Il secondo, definito come metainformazione, è il driver essenziale che porta un’azienda a fare delle scelte più consapevoli.


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Impatto dei nuovi spazi tra benessere dei lavoratori e attrazione per i giovani

Un altro aspetto emerso durante l’incontro è stato la revisione degli spazi lavorativi e di come questa tendenza incida sui lavoratori.

Durante il periodo emergenziale è cambiata la percezione fisica e mentale delle persone per cui è mutato di conseguenza l’approccio casa-ufficio. Ora è necessario che le aziende lavorino come facilitatori alla mobilità afferma De Niederhäusern.

Livi porta invece l’esperienza concreta di Q8 che già prima dello stato di emergenza grazie alla collaborazione con Progetto CMR, aveva iniziato una riprogettazione degli spazi di lavoro. Il punto fondamentale è l’esperienza del lavoratore che da un punto di vista di well-being in ufficio avrà sicuramente un’esperienza molto più di social interaction ecco quindi che è indispensabile e utile pensare all’interno degli uffici ambienti come Board Room & Lounge Room non più come due ambienti fini a sé stessi quanto a luoghi di continuo scambio e interazione.

Persone e tecnologia: questione di attitude

Piuttosto che dire che le aziende siano formate da persone, oggi sarebbe più corretto dire che esistono comunità all’interno delle aziende che instaurano continuamente relazioni. Visto i recenti e significativi cambiamenti nel nostro modo di lavorare, ora il tema fondamentale è cercare di trovare un equilibrio tra il fisico e il digitale spiega Francesco Pozzobon. Considerato il fatto che siamo in un momento di transizione, dobbiamo soffermarci sul durante e soprattutto capire come gestire le relazioni.

Bisogna tenere in considerazione le parti emotive, andare oltre, catturare le persone per le loro attitudini non per le loro abilità, attraverso percorsi di leadership e scoperta del talento, afferma Pozzobon citando una frase dello scrittore Simon Sinek.

Dunque, serviranno ancora gli spazi?

L’essere umano non è nato per stare da solo. C’è costante bisogno di interazione e socializzazione, quindi, come sostiene il CEO di Progetto CMR, l’ufficio rimane ma con delle evoluzioni, allo stesso modo vale per gli spazi che saranno una spinta dolce verso il cambiamento.

Il dialogo non finisce qua! Ci rivediamo il 17 marzo dalle 8:30 alle 9:30 per un nuovo appuntamento con Digital Attitude ed ELIS!

Per rivedere l’evento: https://lnkd.in/dGHmRxr

L’era dell’HR Designer: come disegnare processi in linea con lo scenario nuovo e imprevedibile

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