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Code in The Dark ha un vincitore: Andrea Collet. E noi l'abbiamo intervistato

vincitore code in the dark

Al Code in The Dark, il contest di coding alla cieca può esserci solo un “Re del Codice”. Il vincitore è Andrea Collet e lo abbiamo intervistato.

Ricordi Code in The Dark, il contest per coder di cui ti ho parlato qualche articolo fa? Un evento innovativo sulle tematiche Digital e Innovazione, il primo contest di programmazione alla cieca ricco di emozioni, soprattutto quelle provate dal vincitore di questa prima edizione.
La sfida prima di arrivare per la prima volta in Italia grazie ad Interlogica ha già fatto tappa in molte città europee e non, come Berlino, Parigi e New York.

Il vincitore di Code in The Dark racconta la sua esperienza

Il 14 Settembre scorso presso lo spazio “Argo 16” a Venezia Marghera, trenta programmatori e professionisti UX si sono sfidati a colpi di programmazione in tempo reale. I partecipanti all’oscuro dei risultati del loro coding, sono stati seguiti in diretta dal pubblico che ha seguito passo dopo passo in diretta la creazione delle righe di codice.
Però alla fine al Code in The Dark può esserci solo un vincitore che per la prima edizione è Andrea Collet.

Chi è Andrea Collet, vincitore Code in The Dark

Andrea, treviggiano, professione consulente. Ama il design, la musica, il cibo e il tenersi in forma. Quando può viaggia, oppure si aggiorna su nuove tecniche o tecnologie perché sostiene che nel ramo dell’IT non è importante, ma essenziale.
Si occupa principalmente di front-end ed interaction design. Nonostante le sue basi di programmazione ha preferito seguire una formazione di stampo artistico con una laurea specialistica allo IUAV in comunicazioni visive e multimediali perché più vicino a ciò che è affine al visual.
Per curiosità soprattutto, per esigenze professionali poi, si avvicina a a Flash nella seconda metà degli anni 2000 per poi abbracciare lo stack front-end moderno nel nuovo decennio.
Nella sua carriera ha avuto collaborazioni per committenti come Diesel, Ferrari, TIM, Nestlé, oggi lo troviamo nei panni del “King of the Code” del Code in The Dark.
Buona intervista 😉

Q. Ciao Andrea, piacere di averti come ospite su Spremute Digitali. Sei qui perché sei il vincitore di Code in The Dark l’evento organizzato da Interlogica. Raccontaci, come hai trovato la challenge e cosa ti ha spinto a partecipare?

A. Ciao Sara, grazie a voi per avermi invitato! Sì, la vittoria è stata un evento felicemente inatteso.
Mi sono iscritto per gioco invitato da un collega e poi volevo mettere alla prova le mie skills in una situazione “estrema”. Devo dire che la combinazione adrenalina + caffè/energy drink + psy-trance + effetti psichedelici è stato quello che più si avvicina ad una condizione limite 🙂
Al di là dello scambio di idee e fare nuove conoscenze, si è rivelata un’esperienza unica ed avvincente.

Q. Com’è stata la sfida e le prove affrontate? Hai temuto qualcuno o pensavi da subito di vincere?

A. La sfida è tosta, può sembrare facile, ma dall’altra parte del display le cose cambiano. Appena scatta il timer ci si rende conto di come 20 minuti siano appena sufficienti per produrre un minimo di output, da lì l’abilità è non farsi prendere dal panico.
Ho gareggiato tutto il tempo con il timore di restituire pagina bianca, non vi dico poi la tensione quando in finale ho scritto codice fianco a fianco di un “mostro” come Luigi De Rosa (pure lui sul podio). Anche Luca De Blasio so che avrebbe dato gran filo da torcere! Non abbiamo avuto il piacere di gareggiare assieme, chi lo sa se in futuro…
Q. Qual è il tuo rapporto con la gamification e le nuove tecnologie?
A. Penso che il gioco sia un’attività costruttiva, che richieda di mettersi alla prova senza prendersi troppo sul serio, tirando fuori le proprie risorse e il proprio carattere. Ben vengano dunque eventi di questo tipo, è stato come aver ritrovato lo spirito degli hackaton che frequentavo anni fa!
Il mondo delle nuove tecnologie è poi quello più facilmente accessibile e dove il confine tra nerd e creativi si fa più sfumato, quindi c’è davvero spazio per tutti.
La gamification costituisce una leva ancora significativa per l’ingaggio degli utenti, ma i contesti di applicazione sono potenzialmente i più disparati, ad esempio lo sviluppo di app in realtà aumentata per rendere determinati processi medici più tollerabili, oppure per coinvolgere maggiormente gli studenti nell’apprendimento.
Q. Consiglieresti la partecipazione alla prossima edizione del Code in The Dark e perché? Bisogna essere per forza dei nerd per partecipare o può farlo chiunque?
A. Consiglio a tutti gli appassionati di iscriversi al Code in The Dark, giovani e non 🙂
Non è necessario essere esperti, serve sì un minimo di autonomia ed esperienza nel frontend, ma quel che conta sono nervi saldi, capacità di immaginazione e voglia di fare scintille!
Oltre ad essere un’ottima occasione per far vedere di che pasta si è fatti, lo è anche per fare nuove conoscenze e networking, perciò suggerisco ai futuri partecipanti di portare un sacco di amici!
 
Grazie Andrea e al prossimo Code in The Dark 🙂

Code in The Dark ha un vincitore: Andrea Collet. E noi l'abbiamo intervistato

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