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Il futuro del coworking è in provincia?

futuro del coworking

La domanda di smart working è sempre più forte nei centri medi e piccoli. Ecco perché il futuro del coworking è in provincia.

La domanda di smart working è sempre più forte nei centri medi e piccoli. Ecco perché le società che gestiscono gli uffici flessibili, a partire dall’estero e oggi anche in Italia, stanno affiancando alle sedi delle grandi città nuovi spazi nei capoluoghi di provincia.
Un’analisi di Copernico fa un punto su questa nuova tendenza a cura di Jacopo Muzina, Chief Business Development Officer di Copernico.

Il futuro del coworking è in provincia

I dati parlano chiaro. Se tra il 2008 e il 2017 Milano e Roma hanno guidato il mercato e la classifica in termini di densità di coworking in rapporto alla popolazione (la prima con 60mila mq di coworking suddivisi tra 90 spazi – uno ogni 14mila abitanti; la seconda con 10mila mq suddivisi tra 50 coworking – uno ogni 50mila abitanti), è rilevante sottolineare che oggi in Italia 1 spazio di coworking su 4 ha sede in un agglomerato con meno di 50mila abitanti e 1 spazio di coworking su 8 opera in comuni con meno di 20mila cittadini (Fonte: Italian Coworking).
Tutti i player, nazionali e internazionali, stanno aprendo nuovi spazi di coworking anche in città “minori” o in aree extraurbane.
SPACES ha sede, per esempio, a Bordeaux in Francia e a Bilbao e Gijon in Spagna. Altro esempio è quello di Industrious che ha sedi in alcune città statunitensi che la maggior parte di noi forse non saprebbe collocare su una cartina geografica.
E anche Copernico alle sedi di Milano, Torino, Roma e Bruxelles affiancherà a breve quattro nuovi spazi in città strategiche: Bologna, CagliariTrieste e Varese.

Il mercato è pronto per i coworking

Ci si potrebbe anche chiedere che senso abbia, per chi gestisce spazi di coworking e uffici flessibili, andare in provincia ad aprire nuove sedi, quando potrebbe concentrarsi solo su quei territori dove è già conosciuto.
Ma è chiaro che il mercato delle piccole e medie città italiane è pronto e fertile. E rappresenta una grande opportunità. Lo dimostrano anche le testimonianze degli imprenditori e professionisti locali.
Città o provincia non fa differenza, la tua realtà la crei indipendentemente dal luogo in cui nasci, è legata a ciò che sei e a quello che vuoi diventare” dice Sara Melis,proprietaria del brand di costumi da bagno La Revêche, con sede a Cagliari.
Senza contare che molte aziende hanno team o professionisti che lavorano fuori sede o potrebbero avere la necessità di creare uffici satellite in luoghi strategici per i loro business, soprattutto in quelle province dove hanno sede altre aziende con cui collaborano.
Realtà come quella di Copernico possono andare incontro alle nuove esigenze dei lavoratori di queste tipologie di città, mettendo a disposizione workplace moderni e tecnologici che le connettono con il resto del Paese.
E questo è ancora più vero per città come Trieste, all’avanguardia, internazionale, sede di grandi aziende e sbocco nevralgico sul mare, ma più distante geograficamente dalle altre città italiane.
Trieste è da sempre un crocevia di culture e commercio e oggi sta vivendo una fase di grande sviluppo turistico, economico e commerciale.” spiega Erik Švab, Presidente e AD di Euroservis.
L’apertura di un luogo dedicato allo smart working e al networking è quanto mai importante in una città a vocazione internazionale ”. Lo smart working, infatti, “permette alle imprese di essere modulari nella propria crescita, grazie alla possibilità di affidarsi agli uffici flessibili. Senza contare che luoghi come quelli di Copernico permettono di entrare in contatto con molte altre aziende in loco o facenti parte del network esteso in tutta Italia.” spiega Daniele Muha, AD di Several Insurance Broker.

La provincia è una comunità

Chi sceglie di abitare in una piccola o media città spesso deve adattarsi alla vita del pendolare, ma volentieri lavorerebbe da uno spazio più vicino se l’azienda lo permettesse (ad esempio, prendendo in affitto uffici flessibili).
È anche vero però che molti professionisti scelgono di lavorare da casa, e vorrebbero avere a loro disposizione un luogo dove fare incontri, scambiare idee e creare nuove opportunità.
La scala delle metropoli non è comparabile con città come la nostra e la sfida non è imitare le loro dimensioni – dice Andrea Civati, Assessore alla Pianificazione territoriale e lavori pubblici di Varese – Qui la qualità della vita è elevata, siamo in un punto strategico rispetto a Milano, Lugano, Como e Malpensa e la dimensione della città è perfetta per creare connessioni efficienti e garantire servizi elevati”.
Il messaggio rivolto alle aziende dalle amministrazioni di città come Varese è chiaro: avvicinando il luogo di lavoro al luogo di residenza dei propri dipendenti, le società possono contribuire a rendere più facile e più felice la vita delle persone.
Vincono tutti: chi fa impresa e i cittadini” commenta Civati.

Coworking in provincia: come si fa

Chi fa coworking ha un’opportunità grande tra le mani: “possono dare un grande contributo alla diffusione dello smart working, soprattutto nelle medie o piccole imprese che da sole non avrebbero l’energia e la massa critica per promuovere questo tipo di cambiamento” racconta Mariano Corso, co-fondatore degli Osservatori Digital Innovation.
Per capire se una città di provincia è pronta ad accogliere un luogo di lavoro smart, e per capire quali caratteristiche specifiche può avere questa nuova realtà, bisogna analizzare il territorio, la sua comunità e il suo mercato.
In sostanza, bisogna partire da tre domande: Com’è la comunità che vive in questa cittàDi quali servizi ha bisognoQuanto è disposta a spendere?
Prima di aprire un nuovo spazio bisogna infatti tenere a mente che il pubblico varia da città in città.
Più spesso, ad esempio, le persone che vivono nelle città di medie dimensioni fanno parte di nuclei familiari lì stanziati (mentre le metropoli ospitano spesso persone trasferitesi da altri luoghi). Inoltre, se nelle grandi città sono principalmente le aziende a utilizzare questo tipo di spazi, le esperienze dell’estero insegnano che in provincia i coworking sono più amati dai professionisti.

Un’Italia che si sta aprendo allo smart working

Sono molte le province che si stanno aprendo allo smart working. Ne è un esempio Varese, dove Copernico aprirà presto uno spazio, e dove la Pubblica Amministrazione da quest’anno ha promosso l’opportunità del lavoro agile, con la convinzione che questo possa migliorare l’efficienza e il rapporto vita-lavoro dei dipendenti, apportando anche un beneficio sull’ambiente che deriva dalla riduzione degli spostamenti.
Un altro caso virtuoso è quello dell’amministrazione provinciale di Trento, che nel 2018 ha lanciato un progetto per promuovere il lavoro agile all’interno delle pubbliche amministrazioni del Trentino, creando anche centri adibiti allo smart working.
Questa nuova tendenza porta a prefigurare scenari che vedono uffici flessibili e spazi di coworking sempre più presenti su tutto il territorio italiano.
Dati, fatti e testimonianze che confermano che aprire in centri urbani medio piccoli e un’opportunità per gli operatori del settore, che possono espandere la loro community e il loro business.
Una opportunità che inevitabilmente crea un circolo virtuoso e porta valore aggiunto anche ai professionisti e alle aziende locali, che hanno finalmente la possibilità di entrare a far parte di un network diramato sul territorio nazionale e lavorare in ambienti stimolanti, al passo con i tempi, senza dover viaggiare.

Il futuro del coworking è in provincia?

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