Marketing & Communication

Quale sarà l'impatto dell'IoT nel mondo del marketing? La parola a Filippo Margary

filippo margary iot

I contenuti sono una straordinaria opportunità per le aziende. Sono premiati dai motori di ricerca per volume ed indicizzazione e soprattutto dagli utenti in termini di qualità ed utilità. Saranno proprio i contenuti ed una corretta strategia di Content Marketing a far viaggiare i brand attraverso l’Internet of Things e le nuove tecnologie.
Perché, cosa accadrà ora che la digital transformation sta travolgendo le aziende come un fiume in piena? Che impatto avranno le nuove tecnologie nel mondo del marketing? Quali tattiche e strategie dovranno attuare i brand oggi, per essere pronti fra meno di due anni?
Già, meno di due anni… Il cambiamento è imminente.
Queste sono domande che ho rivolto a Filippo Margary, CEO di Nomesia. Internet of Things, cambiamento e marketing sono gli argomenti affrontati nel suo talk al MBSummit. Un intervento da seguire ed assimilare bene, per non perdere l’opportunità di sfruttare l’IoT per il proprio business.

L’IoT stravolgerà il marketing. Prepariamoci al cambiamento

Entro il 2020 si stimano la bellezza di 13Bln di oggetti interconnessi. E non ci si riferisce solamente agli smartphone, ma anche a smartwatch, smart car, smart wearables. Oggetti i quali diventeranno una nuova e grande opportunità di comunicazione e marketing per chi saprà cogliere la trasformazione nelle abitudini e nelle aspettative dei potenziali clienti.

La parola a Filippo Margary, relatore al MBSummit 2018

Q. La digital transformation sta cambiando radicalmente il mondo del marketing: che impatto avranno le nuove tecnologie come l’Internet of Things, immersive technology, intelligenza artificiale in questo settore?

Filippo Margary, Nomesia


A. Sarà un cambiamento importante, che darà un nuovo assetto al settore, decretando i vincenti e i soccombenti secondo nuove logiche, sia fra i professionisti del Marketing che fra le aziende che il marketing lo utilizzano per spingere il proprio business.

Q. Come potranno i brand sfruttare l’Internet of Things per entrare ancora di più in contatto con i consumatori?

A. Entro il 2020 nel mondo ci saranno oltre 50 miliardi di oggetti interconnessi. Un network evoluto, capace di elaborare dati e comunicare informazioni.
In questo contesto lo smartphone è l’ultimo dei device e il primo degli “oggetti”: l’anello di congiunzione tra il mondo attuale e la nuova dimensione dell’IoT, che trasformerà tutti noi da semplici utenti/clienti a utilizzatori interconnessi.
L’IoT imporrà un radicale cambiamento nell’approccio alla comunicazione e al marketing. O meglio: saremo proprio noi, gli utilizzatori, a determinare questo cambiamento. Utilizzando le “smart things” svilupperemo nuove abitudini e, di conseguenza, nuove aspettative. In particolare:

  • Una relazione più facile: Imporremo la nostra pigrizia. Non saremo più disposti a digitare, a chiedere, a cercare tramite il device. Pretenderemo che le nostre intenzioni e le nostre necessità siano immediatamente comprese ed esaudite dall’oggetto.
  • Risposte più ricche e personalizzate: La tolleranza verso la pubblicità sarà sempre inferiore: ai nostri smart object chiederemo contenuti di valore e sempre più personalizzati.

I brand potranno sfruttare il nuovo canale delle “cose” per comunicare e relazionarsi con chi le “cose” le possiede e le utilizza, ma questa sarà una vera opportunità solamente per chi saprà adattare la propria comunicazione ed il proprio marketing a queste nuove aspettative.

Q. Focalizziamoci sull’importanza dei contenuti per le aziende. Nell’ambito del content marketing, che ruolo avrà l’Internet of Things? I contenuti brandizzati per avere ancora un senso, dovranno cambiare la loro natura per avere e dare valore?

A. Già ora i contenuti hanno un ruolo centrale e l’advertising già si sta evolvendo verso formati di marketing nativo. Questa evoluzione dovrà completarsi per rendere compatibili i contenuti con le aspettative ed esigenze degli utenti dell’IoT.
La personalizzazione diventerà l’elemento chiave e l’evoluzione si compirà attraverso strumenti di multi-variazione personalizzata degli stessi contenuti nativi.
Ovviamente, la tecnologia – tramite AD server evoluti – farà anche qui la sua parte, ma il presidio dei contenuti, che sarà più che mai il cuore del marketing dei brand, non potrà essere demandato agli oggetti. Chi si farà trovare pronto vincerà la sfida ed eleverà in modo straordinariamente efficace i risultati di marketing.
I brand devono iniziare ad attrezzarsi – o in proprio, o appoggiandosi a strutture esterne – per produrre le “nuove” risposte. È questo il grande spazio che le aziende hanno a disposizione per realizzare contenuti brandizzati realmente utili, capaci di aiutare l’utente a interagire con lo smart object e a sfruttarne appieno le potenzialità.

Q. Raccontaci come gli oggetti interconnessi possono essere un’opportunità di comunicazione e marketing?

A. Gli analisti stimano che entro il 2020 ognuno di noi possederà mediamente 20 oggetti interconnessi. Gli oggetti apriranno un nuovo canale digitale. Un canale digitale molto vicino alla nostra persona, da cui ci aspettiamo un rapporto di conoscenza e di valore.
Da questo canale ci aspetteremo contenuti personalizzati e utili. I brand che sapranno fare comunicazione e marketing attraverso contenuti personalizzati e utili conquisteranno il mondo.


Leggi anche l’intervista ad Andrea Albanese, un altro dei relatori. Oppure non perderti l’intervista a Marco Maltraversi, organizzatore del MBSummit


 

Quale sarà l'impatto dell'IoT nel mondo del marketing? La parola a Filippo Margary

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