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Viaggio verso la felicità. 3° Tappa: Lavoro Agile. L'ambizione di essere felici

lavoro agile come gestire il tempo

Viaggio verso la felicità. 3° Tappa: Lavoro Agile. L'ambizione di essere felici

Oggi si parte per la terza tappa del viaggio verso la felicità. Una tappa che conosco bene, perché parleremo di qualcosa che ha dato una svolta alla mia qualità di vita lavorativa e su questo ho fondato il primo blog.
Direi che il tema centrale di questa tappa sia il tempo.
 

Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere. Teofrasto

 
Il tempo è la risorsa non rinnovabile più importante che abbiamo, nessuno potrà restituircelo, possiamo solo sperare di usarlo bene. Proprio per questo quando siamo padroni dell’uso del nostro tempo, possiamo vedere da vicino la felicità, anche sul lavoro.
 


Vuoi intraprendere anche tu il Viaggio verso la Felicità? Inizia a leggere dalla Tappa n. 1 del Manifesto per la Felicità 😉


Ma a cosa possiamo aspirare come massimo equilibrio nella gestione del nostro tempo?

 

Colui che è maestro nell’arte della vita, non distingue tra il suo lavoro ed il suo tempo libero, ma semplicemente persegue la sua visione d’eccellenza, qualsiasi cosa stia facendo. Lasciando agli altri decidere, se sta lavorando, o semplicemente giocando. Massima Zen

 
Ritornando nella normalità del lavoratore comune, cosa si può fare perché possa essere più padrone del suo tempo e meno schiavo di uno spazio-tempo imposto da altri?
Oggi incontriamo qualcuno che negli ultimi anni ha portato avanti un’iniziativa di divulgazione su cosa sia il lavoro agile, anzi ne ha coniato il termine. Parliamo con Chiara Bisconti, già citata qui da Spremute.
 
Q. Come è nata la definizione lavoro agile? Perché lei lo ritiene vicino alla definizione di felicità?
A. Personalmente ho iniziato ad utilizzare “lavoro agile” anni fa in Nestlè; non ne ho purtroppo il copyright, fu invece un’idea brillante di un mio collega, la propose e ci piacque subito.
Io prediligo usare lavoro agile anziché smart working, per una volta l’italiano mi sembra più efficace e, come sempre però, più musicale. D’altronde anche l’Accademia della Crusca raccomanda di usare questa felice espressione italiana. Noi riteniamo che l’italiano “lavoro agile” sia un perfetto equivalente a smart working, con il vantaggio della maggiore trasparenza.
Con grande piacere dobbiamo notare che non siamo isolati in questa opinione: dopo l’incertezza iniziale, “smart working” sta perdendo terreno e lascia il posto al trasparente ed espressivo “lavoro agile”.
Il lavoro agile si basa su fiducia e libertà. Fiducia che si deve instaurare tra le persone, che abbandonano la necessità di controllarsi a vista, e libertà di potersi autodeterminare i tempi di vita e lavoro. Sono concetti davvero vicini ad una mia visione di vita felice, una vita in cui si può scegliere e ci si sente circondati da sentimenti di fiducia e accettazione.
 
Q. C’è una declinazione maschile e femminile della felicità?
A. Credo che la felicità sia un sentimento individuale che prescinde dal genere; credo però che le donne abbiano avuto il coraggio di portare in azienda, e più in generale nelle organizzazioni, i temi della conciliazione, un po’ per necessità, un po’ per la loro visione particolare della vita. Così facendo si sono occupate concretamente di felicità, che forse davvero è partita come una felicità voluta dalle donne, ma che ha dimostrato subito di essere importante sia per le donne che per gli uomini.
 
Q. I lavoratori felici possono aiutare le proprie aziende?
A. Poco tempo fa, sul giornale ho letto di una ricerca che attribuisce un incremento del 12% di produttività nei lavoratori felici. Non ho capito come si possa misurare in modo così preciso questa correlazione, ma la connessione c’è, intuitivamente la sperimentiamo tutti. Io ne ho avuto riprova nelle mie più diverse esperienze lavorative; ovunque si lavori, che sia pubblico o privato, grande azienda o piccolo studio, la felicità delle persone è un fattore potente di creazione di energie positive, di voglia di lavorare insieme, di capacità di affrontare sfide. E quasi sempre la felicità è legata al grado di autonomia e motivazione che si riesce a far vivere alle persone; e di nuovo il lavoro agile torna come elemento fondante della felicità.
 
Q. Come vede il futuro del benessere lavorativo in Italia?
A. Il benessere e la felicità delle persone mi sembrano temi che finalmente stanno emergendo nel dibattito collettivo; e pur essendo il lavoro ancora un grande problema per troppi nostri connazionali, penso in particolare ai giovani, vedo finalmente sempre più organizzazioni preoccuparsi della felicità delle proprie persone.
Ci sono aree di lavoro importanti, come i nuovi studi sugli uffici e sugli ambienti ideali per lavorare (penso a Google ovviamente); un’attenzione crescente al benessere fisico delle persone in azienda (l’incredibile sede della Technogym ad esempio); e di nuovo un interesse crescente per il lavoro agile, come l’esperienza al Comune di Milano, con la promozione delle giornate del lavoro agile e i dati sempre crescenti di adesione, mi hanno permesso di capire.
 
Negli anni le giornate del Lavoro Agile organizzate dal Comune di Milano sono state tre e da allora moltissime aziende hanno iniziato il loro percorso verso la fiducia, la libertà, la felicità del lavoratore.
Se volete approfondire il pensiero di Chiara potete leggere qui, ci vediamo alla prossima tappa.


Oppure torna alla Tappa n. 2 se vuoi sapere perché si odia il Lunedì mattina e di chi è la colpa


 

Viaggio verso la felicità. 3° Tappa: Lavoro Agile. L'ambizione di essere felici

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