Startup & Entrepreneurship

Costituire una Startup Innovativa senza notaio, non è tutto oro quel che luccica…

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Eccomi di nuovo a scrivere di Startup Innovativa.
Perché? Semplice: ho avuto modo in prima persona di seguire la costituzione di una Startup Innovativa secondo il nuovo iter, vale a dire il modello tipizzato definito dal Ministero dello Sviluppo Economico che prevede la costituzione online senza il ricorso alla figura del notaio (per maggiori informazioni leggi il mio precedente articolo).
Ho deciso quindi di scrivere le mie impressioni sull’intera procedura sperimentata, che è durata almeno 2 mesi.
Il lato positivo è costituito indubbiamente dal risparmio economico. Non doversi recare dal notaio comporta più di € 2.000 di risparmio i quali rappresentano un vero e proprio tesoretto per una società in fase di costituzione la quale, quindi, non ha ancora iniziato ad avviare la produzione del bene o servizio prevalente che le garantirà il futuro profitto.
Bisogna però mettere in chiaro e sfatare il mito della totale gratuità della procedura: ci sarà comunque un esborso minimo di circa € 300 di imposte da pagare.
Oltre al risparmio economico, altro elemento positivo è la chiarezza del sito nella predisposizione dell’Atto Costitutivo e dello Statuto.
Il modello tipizzato messo a punto dalla procedura è semplice, ben schematizzato e visualizzabile (ovviamente per la compilazione dei documenti sociali è richiesto un minimo di esperienza e conoscenza sul tema della governance di una S.r.l. e sugli aspetti che costituiscono i suoi organi decisionali e di controllo).
Inoltre si ha la possibilità di effettuare un salvataggio in itinere nella compilazione dei documenti così da recuperare i file in qualsiasi momento, ciò rende snella l’intera fase di predisposizione di Atto Costitutivo e Statuto.
Va detto che, a lato di ciò, i punti negativi abbondano.

Costituire una Startup Innovativa senza notaio: alcune difficoltà

I problemi arrivano quando, una volta inviati i documenti alla Camera di Commercio per la sua valutazione, si riceve (trascorsa almeno una settimana) una bella email con l’elenco delle modifiche da apportare ai documenti sociali. Modifiche di tipo formale (che richiedono la riapertura della procedura, la modifica, l’ulteriore salvataggio, la firma digitale ed infine l’utilizzo della marca temporale) e informale (riguardo le informazioni sull’attività della società, l’esperienza e il titolo di studio dei soci ecc.).

Qualche difficoltà la può anche incontrare chi non mastica molto sulle estensioni dei file: zip, XML, m7m o p7m.
Ulteriore appunto: la persona fisica che controlla le domande di costituzione non è mai un individuo identificabile. Ciò comporta che la costituenda società si interfacci sempre con un indirizzo email generico, probabilmente valutato e controllato da persone di volta in volta diverse; così quando si effettuano le modifiche che sono state richieste in un primo step, non si ha la certezza che queste siano concluse, anzi è probabile che in un secondo momento possano esserne richieste di ulteriori. Ed è così che i giorni passano.
Quando finalmente i file possono essere considerati corretti, ecco che si viene contattati dalla Camera di Commercio competente e si instaura il primo rapporto con una persona fisica (di cui consiglio vivamente di prendere nota di nome e numero di telefono dello specifico interno). Tutti estremamente gentili, disponibili e che lasciano sottendere la loro consapevolezza circa le forti limitazioni della procedura e il miglioramento che è attualmente in atto (si ritiene quindi che la fase sperimentale sia ancora in corso e che i tempi di risposta ai feedback siano piuttosto lenti).
Quello che si presenta come un iter innovativo e informatizzato, purtroppo richiede continui interventi e invii ulteriori di materiale in quanto non previsti direttamente dalla procedura. Fra questi cito:

  • autocertificazione di inoccupabilità (se uno dei soci non lavora)
  • autocertificazione Startup Innovativa per ogni socio
  • autocertificazione antimafia

La cosa forse più strana è stata la necessità dei soci di doversi recare di persona presso la Camera di Commercio.
E se, come nel nostro caso, un socio non risiede nel comune della CCIAA? Allora prendi un treno perché una Skype call è troppo complicata e il vecchio vis a vis più efficace.
Quasi dimenticavo: durante la procedura online si prevede il pagamento di un F24 per l’imposta di registro e di bollo della costituenda (quietanza da presentare firmata digitalmente), peccato che quando ti rechi alla CCIAA devi pagare nuovamente i suddetti tributi in quanto il pagamento precedente non viene accettato (salvo ovviamente riconoscerti un credito per l’importo anticipato).
Insomma alla fine la costituzione è andata a buon fine, la Startup Innovativa ha la sua partita IVA e può finalmente cominciare a firmare contratti, emettere fatture e quindi operare.
La procedura è lunga e un po’ insidiosa, per cui se si ha tempo e voglia di affrontare continui “rimpalli” (passatemi il termine) allora vi siete risparmiati una bella somma di denaro! Oppure potresti rivolgerti a dei professionisti (in questo caso contattami) o affidarti ad un servizio online per la costituzione.
La mia ovviamente non vuole essere una critica bensì un sprone a far si che questa procedura sia veramente efficiente ed in grado di dare un bel boost al movimento delle Startup Innovative perché può avere dei risvolti davvero importanti.

Costituire una Startup Innovativa senza notaio, non è tutto oro quel che luccica…

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